Fuorigioco semiautomatico, come funziona: esordio in Supercoppa



Presentato a Lissone il Saot: 12 telecamere (8 dell’occhio di Falco e 4 del broadcaster) tracciano il giocatore in 29 punti diversi, dal naso all’alluce. De Siervo: “Test da mesi, qualità assoluta”

Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite

Alle ore 11, a Lissone, il calcio italiano ha apparecchiato il futuro. È stato presentato il Saot, il cosiddetto “Fuorigioco Semiautomatico” alla presenza dell’ad di Lega Serie A Luigi De Siervo e del designatore Gianluca Rocchi. Debutterà nella finale della Supercoppa italiana in Arabia Saudita (Milan-Inter) e poi alla prima giornata di ritorno in Serie A. “Ribadiamo che si tratta di una scelta che la Lega calcio ha fatto in tempi non sospetti – dice l’amministratore delegato di Lega Serie A Luigi De Siervo -: siamo la prima Lega che ha adottato la Goal Line Technology, il Var e adesso il Fuorigioco Semiautomatico. È frutto di un lavoro durato vari mesi, testata in varie situazioni. Debutterà nella finale Supercoppa italiana. È un punto di qualità assoluta: un investimento costante nel tempo che tende ad arricchirlo, vorremmo risolvere in tempo reale qualsiasi tipo di curiosità. Abbiamo iniziato a investire su questo sistema un anno e mezzo fa. Il famoso caso-Candreva con questo non sarebbe accaduto: queste camere sono settate per avere il campo coperto nella totalità dell’ampiezza. Quanto è costato? Molto caro (sorride, ndr): parliamo di un investimento superiore al milione di euro”. Il sistema si basa su 12 telecamere (8 dell’occhio di Falco e 4 del Broadcaster) e traccia il giocatore in 29 punti diversi, dal naso all’alluce. La parte umana entrerà in… gioco nel momento in cui ci sarà da decidere se il fuorigioco è punibile o no, quindi se attivo o passivo.

Come fare

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A tal proposito, il designatore Gianluca Rocchi spiega: “Abbiamo fatto molte esercitazioni nell’ultimo periodo, su tantissime partite in parallelo offline. È un aiuto importante: non è solo una questione di tempo ma di accuratezza della decisione e poi viene il tempo, che verrà accorciato. Servirà sempre la parte umana: è uno strumento in più che accorcia i tempi e riduce gli errori; ci costringerà ancor di più a utilizzare i Var di alto e altissimo livello. La specificità dei ruoli è fondamentale così come la separazione delle carriere: fare l’arbitro e fare il Var sono due cose totalmente diverse e con l’avvento del Saot sarà ancora più marcata. Per arrivare alla decisione finale c’è sì l’immagine ma anche la competenza del Var e dell’Avar, quindi della persona dietro la macchina che decide se è punibile oppure no (il fuorigioco attivo e passivo, ndr). Si parte dal momento del rilascio del pallone e poi si calcola. Se c’è un impatto? Lo decidono, se punibili, le persone e quindi il Var e l’Avar. Ho chiesto ai ragazzi di impegnarsi: perché una Ferrari va saputa usare. Se ti danno uno strumento da 100 devi saperlo usare da 100: sennò non lo usi”.



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