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  • Mattarella alla Gazzetta: "Io gioco per la mia Italia! Al Giro tifavo Bartali. Il tennis mi manca, amo la pallavolo" - planetcirculate

    Mattarella alla Gazzetta: “Io gioco per la mia Italia! Al Giro tifavo Bartali. Il tennis mi manca, amo la pallavolo”



    Il Presidente della Repubblica domani premierà ai Fori Imperiali il vincitore della corsa rosa: “Lo sport è emozione e divertimento. Ma anche educazione alla vita di comunità e forma cittadini consapevoli. Tra i tanti campioni che ho conosciuto voglio citare Zanardi: ha sofferto e reagito. Gli mando un grande saluto”

    Pier Bergonzi

    È il Presidente di tutti. C’è! Per tutti. All’inizio del suo secondo mandato ha deciso di “esserci” ancora di più. Va dove non era mai andato, fa cose che non aveva mai fatto e la sua popolarità non è mai stata così alta, così naturale.

    A 81 anni, il Presidente Sergio Mattarella ha spalancato la porta del Quirinale sul mondo. Lunedì era a Milano nella casa di Alessandro Manzoni, martedì ha ricevuto le delegazioni di Inter e Fiorentina, giovedì ha visto il Presidente dell’Angola, ieri quello dell’Albania e oggi sarà a Barbiana, alle porte di Firenze per il centenario di don Milani, quello della scuola aperta ai poveri, quello dello slogan “I care”, mi occupo, mi prendo cura… Ecco, nella sua missione di Presidente, Mattarella si “prende cura”. E appena la sua presenza non sarà di ostacolo ai soccorsi andrà nei territori alluvionati dell’Emilia Romagna.

    Domani sarà al Giro d’Italia per premiare la maglia rosa nel sontuoso scenario, unico al mondo, dei Fori Imperiali. In questa occasione ha accettato di parlare di sport con la Gazzetta.

    Presidente qual è il valore dello sport per il Paese?

    “Lo sport è tante cose insieme. È emozione, divertimento, salute. Ma anche educazione alla vita di comunità. Una via per formare cittadini consapevoli. Lo sport nel nostro Paese ha avuto, e mantiene, un ruolo importante nella costruzione di una memoria condivisa e, in questo senso, di una componente significativa della nostra identità collettiva. La nostra storia è fatta anche di momenti, risultati, personaggi che hanno rappresentato pagine che non vengono dimenticate. Ogni generazione rammenta le sue. Personalmente ricordo i Giri d’Italia e i Tour di Bartali, Coppi e Magni, le vittorie di Baldini; i giovani atleti delle Olimpiadi di Roma, nel ’60, con l’entusiasmante vittoria nei duecento di Berruti, con i suoi occhiali scuri. Lo stile dei fratelli D’Inzeo. E poi, negli anni, i successi di Sara Simeoni, i record di Pietro Mennea, la potenza degli Abbagnale. Italia Germania 4 a 3, il Mondiale di Spagna con Sandro Pertini che riporta a casa i campioni. E ancora le voci che hanno raccontato queste imprese, trasformandole in leggende: Paolo Rosi, Giampiero Galeazzi, Nando Martellini e tanti altri. O le pagine di vera letteratura che, su quei momenti, hanno scritto grandi giornalisti come Brera, Mura, Clerici, Minà. Fino alle vittorie più recenti, ai tanti protagonisti dei nostri giorni. Un racconto che prosegue, mantenendo intatto lo stesso fascino, suscitando passioni ed emozioni che vanno ben oltre il perimetro degli stadi e diventano patrimonio culturale”.

    Quali sport ha praticato nella sua vita?

    “La racchetta da tennis mi ha accompagnato fin da ragazzo e mi dispiace ancora di avere interrotto decenni addietro. Come tutti i miei coetanei giocavo al calcio anche se il mio ruolo era abitualmente quello della panchina, prezioso… perché consentiva di fornire consigli. Non me ne rammarico anche perché adesso sono obbligato a sostenere gli arbitri…”.

    C’è una pagina di sport o un grande campione che ricorda in particolare?

    “Di grandi imprese sportive ne ho già citate alcune. Assistere alla recente vittoria di Wembley, con l’Italia campione d’Europa, è stata un’emozione e un motivo di orgoglio. Come anche alcuni trionfi delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi di molte squadre nazionali: nell’atletica, dal nuoto allo sci – come dire dal mare alle montagne -, dalla scherma alla pallavolo, da Bebe Vio a Paola Egonu. Non ho motivo di nascondere che, quando mi è possibile, seguo la pallavolo e i suoi successi. Mi lasci però citare un grande uomo di sport, Alex Zanardi. Una persona che ha sofferto e che ha sempre reagito. Ho presente il suo sorriso, il suo ottimismo. Zanardi ha testimoniato cosa sia davvero lo sport: prima di tutto gioia di vivere. Gli mando un grande saluto”.

    Zanardi ha testimoniato cosa sia davvero lo sport: ha sofferto e ha sempre reagito

    Sergio Mattarella

    Lo sport, con la scuola è l’ambito di maggior socialità…

    “Sì è vero. Lo sport ha uno straordinario valore sociale. L’ho constatato direttamente in diverse occasioni. Uno dei primi impegni del mio secondo mandato è stato l’inaugurazione del Campo dei Miracoli nel quartiere Corviale di Roma, organizzata dall’associazione Calcio sociale. Ho constatato – lì come in altri luoghi, in ogni parte d’Italia – l’impegno e la passione di chi, promuovendo lo sport come momento educativo, offre a tanti giovani, che vivono in contesti ad alto rischio di emarginazione, un percorso di crescita, integrazione e legalità. Più in generale il binomio sport scuola serve a formare i cittadini di domani”.

    Lo sport è rispetto delle regole per eccellenza.

    “Lo sport è rispetto delle regole, è rispetto per gli altri, è sfida non contro avversari ma contro i propri limiti. Lo sport è certamente anche agonismo, competizione, ma soprattutto deve essere rispetto e lealtà. Quando perde questi caratteri perde il suo fascino. Mi faccia ricordare due esempi recenti, ben noti, che hanno colpito anche me. Due storie di giovani schermitrici azzurre. Emilia Rossatti, 22 anni, impegnata nella finale dei campionati italiani Under 23 di spada, ha rinunciato a tirare negli ultimi secondi della sua gara perché la sua avversaria si era infortunata. Una scelta che le è costata la vittoria e un posto all’Europeo ma che rimane di grande valore. Mariaclotilde Adosini, invece, 18 anni, impegnata in una gara di Coppa del Mondo Under 20 contro un’atleta francese, non ha voluto approfittare di un errore dell’arbitro che le aveva consegnato la vittoria: è tornata in pedana sapendo di poter perdere, come è avvenuto: è stata una vittoria sua e dello sport. Il rispetto delle regole di lealtà, l’amicizia, la dignità dei gesti valgono molto di più di una vittoria. Desidero dire grazie a queste ragazze per l’esempio dato. Questo è lo sport autentico, vero antidoto al fanatismo, alla faziosità, alla violenza, e purtroppo anche al razzismo, che troppo spesso inquinano i nostri stadi. Veleni che nulla hanno a che fare con lo sport».

    Lo sport è antidoto al fanatismo, alla violenza e al razzismo che troppo spesso inquinano i nostri stadi

    Sergio Mattarella

    Qual è il suo primo ricordo di Giro d’Italia?

    “La radiocronaca di un’epica tappa alpina del Giro d’Italia del 1949. Avevo otto anni e allora la radio era l’unica via di comunicazione in tempo reale: ‘Un uomo solo al comando…’ era Fausto Coppi. La voce era di Mario Ferretti da Pinerolo. Entusiasmante, anche se io ero decisamente per Gino Bartali; cosa che, comunque, non mi impediva di essere contento per il record dell’ora o per il mondiale di Coppi”.

    Domani il Giro si concluderà a Roma e lei premierà la maglia rosa.

    “Sì. Il traguardo è molto vicino al Quirinale: non potrei mancare”.



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