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  • Con – planetcirculate https://planetcirculate.com Wed, 20 Mar 2024 11:10:36 +0000 en-US hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.3 Rose Hanbury nega di essere l’amante del principe William. La ricomparsa sulla scena della marchesa potrebbe avere a che fare con la sparizione di Kate? https://planetcirculate.com/rose-hanbury-nega-di-essere-lamante-del-principe-william-la-ricomparsa-sulla-scena-della-marchesa-potrebbe-avere-a-che-fare-con-la-sparizione-di-kate/ https://planetcirculate.com/rose-hanbury-nega-di-essere-lamante-del-principe-william-la-ricomparsa-sulla-scena-della-marchesa-potrebbe-avere-a-che-fare-con-la-sparizione-di-kate/#respond Wed, 20 Mar 2024 11:10:36 +0000 https://planetcirculate.com/rose-hanbury-nega-di-essere-lamante-del-principe-william-la-ricomparsa-sulla-scena-della-marchesa-potrebbe-avere-a-che-fare-con-la-sparizione-di-kate/

    La marchesa di Cholmondeley è stufa dei gossip. Rose Hanbury non ci sta, a passare per la “presunta amante del principe William”. Lo ha fatto sapere chiaramente, affidando ai propri avvocati una dichiarazione ufficiale consegnata a Business Insider: “Le voci sono completamente false”, ha detto, negando categoricamente qualsiasi legame (salvo l’amicizia) con l’erede al trono.La […]

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    La marchesa di Cholmondeley è stufa dei gossip. Rose Hanbury non ci sta, a passare per la “presunta amante del principe William”. Lo ha fatto sapere chiaramente, affidando ai propri avvocati una dichiarazione ufficiale consegnata a Business Insider: “Le voci sono completamente false”, ha detto, negando categoricamente qualsiasi legame (salvo l’amicizia) con l’erede al trono.
    La vera domanda tuttavia è un’altra: perché lady Cholmondeley ha sentito il bisogno di chiarire le cose, se voci si una presunta relazione tra lei e il marito di Kate Middleton compaiono in maniera altalenante dal lontano 2019?

    Nelle ultime settimane si è tornati a parlare di lei quando la prolungata convalescenza di Kate Middleton dopo l’intervento chirurgico subìto ha dato vita a una serie di teorie del complotto. Nella famigerata foto della Festa delle mamma ritoccata dalla principessa, a balzare agli occhi più delle imperfezioni nel ritocco è stata infatti l’assenza della fede nuziale al dito. Nel Regno Unito in molti sono certi che dietro il Photoshop-gate e l’assenza dalla scena pubblica della principessa non ci siano motivi gravi di salute (come si temeva) bensì una crisi di coppia.

    Kate e la foto manipolata: i metadati restituiscono le informazioni, da chi l’ha scattata al quando è stata ritoccata



    Il “caso Rose”

    Il nome della marchesa è tornato sulla bocca di tutti dopo lo sketch del presentatore americano Stephen Colbert al “Saturday Night Show”: “Il Regno Unito è in agitazione. Che fine ha fatto Kate Middleton, si chiedono tutti?”, ha detto durante il programma. “Segugi della rete pensano che l’assenza di Catherine sia a causa di suo marito, il futuro re d’Inghilterra, che pare abbia una relazione con un’altra donna. E sapete tutti chi è, giusto? Allora ditelo insieme a me: ‘La marchesa di Cholmondeley!'”.
    Esposta al pubblico ludibrio, la donna avrebbe deciso di affidare la sua risposta agli avvocati, come a dire: ‘sono pronta a querelare chiunque infanghi ancora il mio nome’.

    Durante una cena di gala organizzata da Rose per beneficenza, Kate viene vista litigare con il marito e poi reagire in maniera glaciale ai  sorrisi di Rose

    Durante una cena di gala organizzata da Rose per beneficenza, Kate viene vista litigare con il marito e poi reagire in maniera glaciale ai sorrisi di Rose 

    Chi è la marchesa di Cholmondeley

    Trentanove anni, ex modella ed ex consigliere dell’attuale ministro britannico Michael Gove, la marchesa di Cholmondeley è una donna con un nome piuttosto difficile da pronunciare, ma un aspetto difficile da scordare. È moglie di Lord Cholmondeley, uomo potentissimo a corte, marchese 23 anni più anziano di lei di recente nominato da re Carlo III “Lord in-waiting”, qualcosa di più di un assistente personale. Il suo identikit è molto simile a quello della moglie del principe William: alta, con lunghe chiome castane e un fisico snello. Anche Rose, come Kate, è madre di tre bellissimi figli e padrona di una sontuosa residenza nella campagna del Norfolk.

    Rose nel 2005

    Rose nel 2005 

    Nata Rose Hanbury, la donna era nota a Corte per via della nonna, damigella alle nozze della regina Elisabetta, ma vi è entrata di diritto solo dopo aver fatto capitolare a nozze il marchese di Cholmondeley, David Rocksavage. Lei, ex modella rappresentata dalla stessa agenzia di Kate Moss, e lui, il marchese erede di un patrimonio di circa 100 milioni di dollari (secondo il Sunday Times Rich List del 2008), hanno annunciato il loro fidanzamento nel giugno 2009, il giorno successivo hanno rivelato che Rose era incinta e il terzo giorno si sono sposati. Con il matrimonio, Rose è diventata padrona di una dimora incredibile, Houghton Hall, 1.600 ettari di terreno e 106 stanze, ma soprattutto “vicina di casa” degli allora duchi Cambridge, William e Kate, che nel Norfolk hanno la loro casa di campagna e buona parte dei loro amici. I tre figli di Rose – Oliver, Alexander e Iris – hanno anche più o meno la stessa età dei principini George, Charlotte e Louis.

    Rose Hansbury marchesa di Cholmondeley posa da modella per un servizio del Tatler, 2019

    Rose Hansbury marchesa di Cholmondeley posa da modella per un servizio del Tatler, 2019 

    Kate e Pippa, Rose e Marina

    Come Kate, anche Rose ha una sorella e solo due anni di differenza scorrono tra loro. E come la coppia Middleton, anche la coppia Hanbury era una presenza assidua a feste e ritrovi del jet set londinese, aristocratico e non. Se Kate e Pippa venivano chiamate le Wisteria Sisters, sorelle glicine, per una certa consolidata capacità di “arrampicarsi” sulla scala sociale, Rose e Marina dal canto loro hanno servito diverse storie piccanti ai tabloid, coinvolte in uno scoop di natura politica quando sono state fotografate in costume da bagno con l’ex ministro Tony Blair, durante una vacanza in Toscana, nel 2005.

    Le sorelle Middleton (sinistra) e le sorelle Hansbury a Londra, nei primi anni Duemila

    Le sorelle Middleton (sinistra) e le sorelle Hansbury a Londra, nei primi anni Duemila 

    Marina come Rose ha sposato un uomo più anziano: si tratta di Ned Lambton, il conte di Durham, 20 anni più vecchio di lei, erede di un titolo e di un patrimonio di 14 milioni di dollari alla morte di suo padre, il defunto ex ministro della difesa conservatore Lord Lambton, che si dimise dopo essere stato sorpreso con una prostituta nel 1973.
    Quando Marina e il suo conte hanno annuciato il fidanzamento lei aveva 28 anni e lui 48; secondo il Journal  “avevano iniziato a frequentarsi dopo Natale nel 2009, solo tre mesi prima dell’annuncio”. La notizia aveva fatto parlare perché, secondo il Daily Mail, Marina aveva iniziato a frequentare Lambton mentre conviveva con suo figlio, Fred visconte Lambton, che in passato – il quadro si complica – era stato fidanzato con la sorella di Marina, la “nostra” Rose.

    2005, le sorelle Hansbury

    2005, le sorelle Hansbury 

     

    Kate e Rose, nemiche-amiche

    Raccontano le cronache aristocratiche che Kate Middleton e Rose Hansbury fossero amiche. Almeno finché, durante una cena di gala organizzata da Rose per beneficenza, Kate fu vista litigare con il marito e poi reagire in maniera glaciale ai sorrisi della padrona di casa. Per poi chiedere in maniera lapidaria agli amici più cari: “Eliminate gradualmente Rose”. I ben informati dicono che lei e William abbiano avuto un breve flirt in un momento delicato per Kate: quando era incinta del suo terzo figlio, Louis. Le voci erano giunte a Kate qualche anno dopo.
    La storia viene diffusa dal Sun e presto smentita dal Daily Mail, che notoriamente si schiera a favore della royal family. Alcuni amici suggerirono che dopo quella serata “William avesse provato a fare da pacificatore in modo che le due coppie potessero rimanere amiche, dato che vivono così vicine l’una all’altra e condividono molte conoscenze comuni. Ma che Kate era stata molto chiara sul fatto di non volerli vedere mai più, nonostante il loro status sociale”. Kensington Palace allora aveva respinto pettegolezzi e insinuazioni minacciando azioni legali.

    Kate rifiuta l’inchino alla regina Camilla: ecco perché c’è tensione tra le due donne della royal family



    2011, anno in cui William e Kate convolano a nozze

    2011, anno in cui William e Kate convolano a nozze 

    Quindi, i gossip rimangono gossip, ma di fatto la bella marchesa dopo quella sera scompare dai radar finché la si vede ricomparire a sorpresa nientemeno che a Buckingham Palace, ospite di una cena organizzata in occasione della visita del presidente americano Donald Trump. Sola, senza il marito, benché la coppia fosse stata invitata proprio per via del ruolo di Lord Great Chamberlain del marchese di Cholmondeley. “Kate e Rose sono di nuovo amiche”, suggeriscono ancora le talpe a Corte. A confermarlo, il fatto che Rose venga vista presenziare alla messa nella chiesa St Mary Magdalene a Sandringham, una domenica in cui anche William e Kate sono presenti. Niente più rivalità, tra le due? Qualche foto scattata dai paparazzi torna utile a calmare le acque e a far rientrare qualsiasi illazione in merito alla rivalità tra Rose e Kate. Si pensa anche a una mossa studiata a tavolino per distogliere l’attenzione dalla donna che ha messo in crisi l’unione da favola della coppia reale.

    I marchesi alla messa di Natale a St Mary Magdalene a Sandringham

    I marchesi alla messa di Natale a St Mary Magdalene a Sandringham 

    Negli anni successivi, sia Hanbury che suo marito sono apparsi in numerosi eventi insieme ai membri della famiglia reale anche perché l’incoronazione di re Carlo III ha portato il marchese a rivestire un ruolo ancor più importante a corte. Tanto che, il 6 maggio 2023, il figlio maggiore della coppia, Oliver, viene chiamato a fare da paggio d’onore all’incoronazione di re Carlo e della regina Camilla. Si dice che Kate non avesse gradito la scelta del suocero di nominare Cholmondeley suo Lord in waiting e soprattutto la volontà di Camilla di fare di sua moglie Rose una presenza fissa a Palazzo.
    Poi, le voci si sono affievolite. La royal family ha avuto altro cui pensare e i giornali altro di cui sparlare. Finché Kate scompare – assenza per di più giustificata da un comunicato ufficiale – e guardacaso si torna a parlare di Rose in relazione al principe William. È lei, dunque, il casus belli che ha messo in crisi l’unione dei principi di Galles?

    6 maggio 2023, Rose all'incoronazione di re Carlo III

    6 maggio 2023, Rose all’incoronazione di re Carlo III 

    Kate tornerà sulla scena e Rose ne sarà spazzata via. Si, ma quando?

    Per mettere fine alle illazioni in merito al presunto tradimento di William, serve che Kate torni sulla scena. Cosa che avverrà, secondo quando annunciato a gennaio dal Palazzo, “dopo Pasqua”. Dunque: Pasqua è domenica 31 marzo e la famiglia reale di solito si fa vedere alla chiesa nella Cappella di San George, quel giorno, ma secondo il Times la principessa potrebbe non tornare ai doveri pubblici fino alla fine delle vacanze pasquali di George, Charlotte e Louis, ovvero il 17 aprile. Una vera data, di fatto non c’è.

    Quando il Ministero della Difesa del Regno Unito ha annunciato sul proprio sito web che sarebbe apparsa al Trooping the Colour il 15 giugno 2024, Kensington Palace ha subito chiarito che il Ministero non parla per la principessa del Galles, che il Palazzo non è stato consultato prima di dare l’annuncio e che la sua presenza non è confermata. Inoltre, è stato annunciato che l’Earthshot Prize 2024 del principe William si terrà in Sud Africa a novembre, ma anche qui nessun accenno riguardo alla presenza della principessa.

    Infine, ben più importante come qualche ben informato fa notare, da Londra, è che Kate non si sia “affacciata” per una dichiarazione o un saluto ufficiale nemmeno per il San Patrick Day, lo scorso 17 marzo, festività che da sempre la vede presente con i suoi riuscitissimi outfit green; Kate non aveva mai mancato l’appuntamento se non nel 2020 e 2021 per via della pandemia, e lo scorso anno vi aveva partecipato per la prima volta in veste di Colonnello delle guardie irlandesi, ruolo onorario precedentemente ricoperto dal principe William.

    Dalla presunta amante del principe Frederik alla “cotta” del fratello per sua moglie, tutti gli intrighi alla corte danese



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    Firenze, agli Uffizi cambia tutto. Tre ore serali extra al martedì, aperture straordinarie nei lunedì delle Feste. E si entrerà con il QR Code https://planetcirculate.com/firenze-agli-uffizi-cambia-tutto-tre-ore-serali-extra-al-martedi-aperture-straordinarie-nei-lunedi-delle-feste-e-si-entrera-con-il-qr-code/ https://planetcirculate.com/firenze-agli-uffizi-cambia-tutto-tre-ore-serali-extra-al-martedi-aperture-straordinarie-nei-lunedi-delle-feste-e-si-entrera-con-il-qr-code/#respond Tue, 19 Mar 2024 15:02:40 +0000 https://planetcirculate.com/firenze-agli-uffizi-cambia-tutto-tre-ore-serali-extra-al-martedi-aperture-straordinarie-nei-lunedi-delle-feste-e-si-entrera-con-il-qr-code/

    Aperture speciali di lunedì (giorno storico di chiusura settimanale dei musei italiani) in occasione delle festività, aperture serali di martedì e, a partire da maggio, biglietto smaterializzato. Sono le novità che riguardano gli Uffizi di Firenze, annunciate oggi dal direttore del complesso museale Simone Verde. “La smaterializzazione del biglietto – ha spiegato Verde – fluidificherà […]

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    Aperture speciali di lunedì (giorno storico di chiusura settimanale dei musei italiani) in occasione delle festività, aperture serali di martedì e, a partire da maggio, biglietto smaterializzato. Sono le novità che riguardano gli Uffizi di Firenze, annunciate oggi dal direttore del complesso museale Simone Verde.

    “La smaterializzazione del biglietto – ha spiegato Verde – fluidificherà l’ingresso dei visitatori in museo, andando a costituire il primo passo verso la liberazione del piazzale degli Uffizi da tutto ciò che lo ingombra. L’obiettivo è far risplendere di nuovo questo luogo in modo che torni ad essere ciò che era: il salotto della città ed uno dei luoghi più belli del mondo”. Altra novità annunciata oggi sono le aperture serali: tutti i martedì, dal 26 marzo al 17 dicembre, gli Uffizi saranno accessibili di sera dalle 18,30 (normale momento di chiusura) alle 21,30, (con ultimo ingresso consentito alle 20,30). Queste aperture ha aggiunto Verde, “sono state ideate per agevolare e incentivare in particolar modo i cittadini di Firenze a ‘riappropriarsi’ e riscoprire il loro principale e più identitario museo, la Galleria degli Uffizi, mettendo a disposizione un orario più compatibile con le dinamiche e le esigenze di chi vive e lavora in città”. Inoltre altre aperture speciali sono in programma il lunedì: gli Uffizi e il Giardino di Boboli saranno aperti in orario ordinario il primo aprile (Pasquetta), il 29 aprile, il 24 giugno (Festa di San Giovanni, patrono di Firenze) e il 30 dicembre.

    SImone Verde (foto Marco Vasini) 

    “Abbiamo ottenuto anche che il museo rimanga aperto per tutte le festività, da qui fino a fine anno, tranne Natale – ha aggiunto Verde -. Questo è un successo di cui va dato merito anche alle parti sociali. Ma poi l’accessibilità sarà garantita e resa più semplice grazie alla smaterializzazione del biglietto che permetterà di comprare il biglietto, scaricare il Qr Code ed entrare senza fare code”.

    Per quanto riguarda il biglietto digitale, è stato spiegato che a partire da maggio chi prenoterà la propria visita alle Gallerie attraverso il call center (055/294883) o il sito del museo riceverà via email un codice da scaricare direttamente sul proprio smartphone che costituirà il titolo d’accesso al museo consentendo di entrare senza dover esibire il biglietto fisico. Il nuovo sistema del biglietto ‘smaterializzato’ è curato e gestito, come l’ambito delle prenotazioni, dalla società concessionaria dei servizi aggiuntivi delle Gallerie, Opera Laboratori. Per i biglietti acquistati in prevendita, fino all’entrata in vigore del nuovo sistema continueranno a valere le regole attuali previste per la loro validazione.

    “Non solo ci sono questi 39 martedì serali che miglioreranno la qualità visita alleggerendo la pressione giornaliera sulla Galleria degli Uffizi – ha commentato l’amministratore delegato di Opera Laboratori, Daniele Petrucci – ma ci sono anche quattro aperture straordinarie, è un risultato importantissimo. Siamo molto contenti di questa operazione che è riuscito a portare a termine il direttore Verde”.



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    Capelli danneggiati: le cure in primavera, dai trattamenti con lipidi alla dieta https://planetcirculate.com/capelli-danneggiati-le-cure-in-primavera-dai-trattamenti-con-lipidi-alla-dieta/ https://planetcirculate.com/capelli-danneggiati-le-cure-in-primavera-dai-trattamenti-con-lipidi-alla-dieta/#respond Tue, 19 Mar 2024 06:34:48 +0000 https://planetcirculate.com/capelli-danneggiati-le-cure-in-primavera-dai-trattamenti-con-lipidi-alla-dieta/

    Il 90% delle donne ha capelli danneggiati e il 30% ritiene che i propri capelli siano estremamente o, peggio, irreversibilmente danneggiati, vedendo nel taglio l’unica opzione possibile. È l’ultima fotografia sullo stato dei capelli femminili scattata da Pantene: stile di vita, styling aggressivi, trattamenti chimici, colorazioni, permanente ma anche inquinamento e radiazioni solari sono tutti […]

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    Il 90% delle donne ha capelli danneggiati e il 30% ritiene che i propri capelli siano estremamente o, peggio, irreversibilmente danneggiati, vedendo nel taglio l’unica opzione possibile. È l’ultima fotografia sullo stato dei capelli femminili scattata da Pantene: stile di vita, styling aggressivi, trattamenti chimici, colorazioni, permanente ma anche inquinamento e radiazioni solari sono tutti fattori che concorrono a danneggiare i capelli. La buona notizia, però, è che i capelli si possono rigenerare e, almeno in parte, lo fanno da soli con processi ciclici fisiologici: in primavera, infatti, i capelli cadono più che in altri momenti dell’anno perché l’allungamento delle ore di luce riduce la produzione di melatonina, corresponsabile dell’attività del follicolo pilifero, modificando così il ciclo di vita del capello. Per contrastare la caduta, ma soprattutto per aiutare la rigenerazione dei capelli durante il cambio di stagione, ci sono abitudini che possono fare la differenza, dall’haircare routine allo stile di vita.
    NB: quando si nota un fenomeno in aumento della caduta, soprattutto quando la perdita si protrae oltre il cambio di stagione, è consigliato rivolgersi a un professionista che effettua gli opportuni esami tricologici.

    HAIRCARE

    Capelli, quando la caduta deve preoccuparci?



    L’haircare routine tra lipidi e buone abitudini

    Oltre a evitare trattamenti aggressivi, piastre, phon ad alte temperature, arricciacapelli e strumenti meccanici, nella cura dei capelli a casa è importante usare prodotti che rispettano l’equilibrio della cute, senza allergeni o tensioattivi aggressivi. In particolare, durante la primavera sono particolarmente consigliati i prodotti idratanti, per rinforzare e nutrire i capelli nel passaggio dal freddo dell’inverno alle temperature più miti. Ma anche per ripararli: i trattamenti cosmetici rigeneranti, come la nuova linea Pantene Molecular Bond Repair con perle Pro-V Nutrienti, sono importanti per far riacquistare i lipidi persi ai capelli. L’obiettivo è avere un 5% di lipidi per ogni chilo di capelli, che è la proporzione di una capigliatura in piena salute, come ci spiega la dottoressa Frauke Neuser, Ph Senior Director Scientific Communications P&G Beauty Europe.

    “Ci sono quattro principali tipi di legami molecolari nei nostri capelli e i legami covalenti, i legami più forti dei capelli presenti all’interno delle fibre di cheratina, vanno protetti perché una volta compromessi non si riparano”, continua la dottoressa Neuser. Per farlo è “importante abbassare la produzione di radicali liberi e trattare i nostri capelli con cura, come si farebbe con un maglione di cashmere, massaggiando i prodotti giusti con delicatezza, senza movimenti meccanici, e risciacquando sempre con cura”. Periodicamente, circa una volta a settimana, è utile anche esfoliare il cuoio capelluto prima del lavaggio, in modo da rimuovere le cellule morte e stimolare la circolazione sanguigna.

    CAPELLI

    Uomini, che cosa fare quando la calvizie avanza?



    Dall’insonnia allo stress: i nemici dei capelli

    Fuori dal bagno, lo stile di vita conta molto, a partire dal sonno, come ricordano anche gli esperti dell’Istituto Helvetico Sanders: “Dto che la melatonina influisce sull’attività del follicolo pilifero, esiste un collegamento diretto tra la privazione del sonno e la perdita di capelli, per cui è consigliabile dormire almeno sette o otto ore ogni notte”. Un effetto negativo diretto sui capelli lo hanno anche il fumo, che aggrava l‘alopecia androgenetica, e lo stress: “Uno stile di vita troppo accelerato o un momento di forte stress possono provocare un telogen effluvium, ossia una caduta corposa dei capelli, che soprattutto nel momento dei cambi di stagione andrebbe ad aggiungersi al fenomeno stagionale e comportare il diradamento e una perdita consistente di volume della chioma”, continuano gli esperti Sanders.

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    La dieta “effetto maschera”

    Essendo i capelli costituiti dal 65% al 95% da proteine, soprattutto cheratina, è facile capire che un’alimentazione ricca di proteine ne aiuta il benessere. In particolare, il dottor Carlos Portinha, Chief Clinical Officer del Gruppo Insparya, per avere capelli più sani e vitali consiglia di consumare “ostriche, fagioli, pesce e carne essenziali in una dieta equilibrata, soprattutto quando insorgono problemi che possono pregiudicare la salute dei capelli”. In particolare, nei cambi di stagione secondo il dottore può essere particolarmente utile aggiungere al proprio regime alimentare i seguenti superfood:
    Salmone: favorisce la corretta crescita dei capelli e lo sviluppo delle membrane cellulari, rinforzando al contempo il cuoio capelluto.
    Lenticchie: ad alto contenuto di zinco, magnesio e biotina, aiutano a migliorare la salute dei capelli.
    Riso: meglio quello più scuro possibile, come il basmati, l’integrale o il parboiled, poiché contengono un elevato livello di vitamina B, utile per stimolare la crescita cellulare e rendere le cellule dei capelli più forti e più grandi.
    Carota: il carotene favorisce la salute della pelle e delle membrane tissutali. Maggiore è la sua incidenza nell’organismo, migliore sarà la capacità di prevenire la forfora e la caduta dei capelli.
    Uova: ricche di biotina, che stimola la crescita di capelli più forti e sani.
    Spinaci: ricchi di ferro, particolarmente importante per la salute dei capelli femminili.
    Avena: benefica soprattutto per il suo contenuto di silicio, componente fondamentale della cheratina.
    Avocado: ricco di vitamina E e acidi grassi, che stimolano la crescita cellulare e garantiscono una produzione di capelli più efficace e sana.
    Noci: ricche di vitamina E, vitamina B, zinco e acidi grassi essenziali, tutti elementi fondamentali per una crescita sana dei capelli.

    Capelli

    Acconciature voluminose e accessori vistosi dal sapore vintage



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    Sinner, la “prima” dei Carota Boys in Alto Adige da tifosi di Jannik: tra un match di Indian Wells e l’altro, a scuola di tennis e sci con i suoi primi maestri https://planetcirculate.com/sinner-la-prima-dei-carota-boys-in-alto-adige-da-tifosi-di-jannik-tra-un-match-di-indian-wells-e-laltro-a-scuola-di-tennis-e-sci-con-i-suoi-primi-maestri/ https://planetcirculate.com/sinner-la-prima-dei-carota-boys-in-alto-adige-da-tifosi-di-jannik-tra-un-match-di-indian-wells-e-laltro-a-scuola-di-tennis-e-sci-con-i-suoi-primi-maestri/#respond Mon, 18 Mar 2024 14:39:12 +0000 https://planetcirculate.com/sinner-la-prima-dei-carota-boys-in-alto-adige-da-tifosi-di-jannik-tra-un-match-di-indian-wells-e-laltro-a-scuola-di-tennis-e-sci-con-i-suoi-primi-maestri/

    La prima volta in Alto Adige dei Carota Boys. O quantomeno la prima da quando i sei ragazzi piemontesi sono diventati i sostenitori numero uno, di certo i più colorati, del nostro numero uno del tennis. È accaduto in questa ultima settimana, in occasione del remoto torneo californiano di Indian Wells, dove il 22enne altoatesino […]

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    La prima volta in Alto Adige dei Carota Boys. O quantomeno la prima da quando i sei ragazzi piemontesi sono diventati i sostenitori numero uno, di certo i più colorati, del nostro numero uno del tennis.

    È accaduto in questa ultima settimana, in occasione del remoto torneo californiano di Indian Wells, dove il 22enne altoatesino ha raggiunto le semifinali, a chiusura di una striscia di successi che lo vedeva imbattuto dal novembre scorso. Reduci da innumerevoli viaggi, Australian Open inclusi, i giovani hanno seguito in diretta il Master 1000 nordamericano dall’area 3 Cime Dolomiti, in altre parole da Sesto Pusteria, il luogo natio del campione.

    Carota Boys con Andreas Schönegger 

    Uno dei territori più spettacolari della montagna italiana, che brilla non solo per l’offerta sciistica ed escursionistica di cui è naturalmente dotato, ma anhce per eventi museali e culturali come le settimane musicali dedicate a Gustav Mahler.

    Un viaggio che, tra le dirette dei match del loro idolo ha consentito ai Carota Boys di conoscere alcune delle persone decisive nella formazione sportiva di Jannik e di praticare sci nei 110 km del comprensorio sciistico Tre Cime Dolomiti, in un’area che il miglior tennista italiano di sempre ha percorso innumerevoli volte a piedi e sugli sci.

    Una sciata nell'area 3 Cime Dolomiti (Harald Wisthaler)

    Una sciata nell’area 3 Cime Dolomiti (Harald Wisthaler) 

    Tra le tappe, la passeggiata di 4,5 km della Val Fiscalina, che da Moso conduce al Rifugio di Fondovalle – punto di partenza per le escursioni, prevalentemente estive, verso le Tre Cime di Lavaredo, dove i genitori di Jannik hanno lavorato per anni e dove la cucina, un tempo opera di Hanspeter Sinner, continua a esser curata secondo criteri di regionalità, sostenibilità e tradizione.

    Tra sport e tappe gustose, i sei fan hano potuto conoscere in particolare due delle persone che hanno contibuito a forgiare dagli inizi l’attitudine, il carattere e non ultimi i valori del futuro campione. Hanno potuto infatti parlare, e giocare a tennis, con Andreas Schönegger, il suo primo istruttore di tennis, ma anche sciare con Elisabeth “Lee” Egarter, la maestra di sci che lo ha seguito fino all’età di 12 anni, quando, due volte vicecampione italiano della sua categoria anagrafica, Jannik sembrava destinato a seguire le orme di Thoeni e Tomba, piuttosto che di emulare le gesta di Pietrangeli e Panatta.

    I Carota Boys con Elisabeth "Lee" Egarter (Harald Wisthaler)

    I Carota Boys con Elisabeth “Lee” Egarter (Harald Wisthaler) 



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    ‘7th Heaven’ star shocked fans with a brand-new look during cast reunion at 90’s Con https://planetcirculate.com/7th-heaven-star-shocked-fans-with-a-brand-new-look-during-cast-reunion-at-90s-con/ https://planetcirculate.com/7th-heaven-star-shocked-fans-with-a-brand-new-look-during-cast-reunion-at-90s-con/#respond Mon, 18 Mar 2024 02:13:40 +0000 https://planetcirculate.com/7th-heaven-star-shocked-fans-with-a-brand-new-look-during-cast-reunion-at-90s-con/

    David Gallagher, known for his role as Simon Camden in the hit WB show “7th Heaven,” shocked fans Saturday after debuting a bald head and beard while attending the cast reunion at the highly anticipated 90’s Con. Several fans attending the convention were shocked to see the primetime family TV cutie, known for his long […]

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    David Gallagher, known for his role as Simon Camden in the hit WB show “7th Heaven,” shocked fans Saturday after debuting a bald head and beard while attending the cast reunion at the highly anticipated 90’s Con.

    Several fans attending the convention were shocked to see the primetime family TV cutie, known for his long blonde locks, looking startlingly different with a clean-shaven head and wooly beard.

    David Gallagher, known for his role as Simon Camden in the hit WB show “7th Heaven” between 1996 and 2007, looks a lot different these days. ©Aaron Spelling Prods/Courtesy Everett Collection

    Gallagher, 39, attended the reunion alongside Barry Watson (Matt Camden), Mackenzie Rosman (Ruthie Camden), Beverly Mitchell (Rev. Lucy Kinkirk), and Catherine Hicks (Annie Camden), the US Sun reports.

    Notably absent from the Connecticut-based convention was Stephen Collins, who played the Camden family patriarch Rev. Eric Camden, and later admitted to molesting or exposing himself to three girls in October 2014.

    Other absent cast members included Jessica Biel, 42, who was busy supporting hubby Justin Timberlake, 43, during the launch of his new album “Everything I Thought It Was.”

    Nikolas Brino, 25, who starred as the youngest Camden sibling, Sam, alongside his late twin brother, Lorenzo Brino, was also not in attendance.

    Speaking with the outlet, Gallagher — who isn’t very active on social media — said that he spends the majority of his time taking care of his family.

    “I’m a stay-at-home dad,” he said. “I spend most of my time with my six-year-old girl.”

    In a separate Instagram post from Mitchel, the full cast can be seen hanging around and looking excited as they come together after being apart for so long. Instagram/@beverleymitchell

    According to Gallagher, he prefers to live a private life rather than post on social media.

    “But, I’ve enjoyed coming here and kind of interacting again and seeing everybody and seeing how excited everyone is is nice. It’s very flattering,” he told the outlet.

    When asked where his character, Simon, would have ended up, Gallagher joked that he could see him “like a Silicon Valley guy in a hoodie.”

    Despite starring in a majority of the series’ run from 1996 to 2007, the actor had dropped out of the storyline by the show’s 11th season.

    In a post on Friday, Mitchell, 43, revealed that she and the “Smallville” alum somehow ended up on the same flight but missed their connection to Hartford.

    Gallagher, 39, attended the reunion alongside Barry Watson ( Matt Camden), Mackenzie Rosman (Ruthie Camden), Beverly Mitchell (Rev. Lucy Kinkirk), and Catherine Hicks (Annie Camden), the US Sun reports. Instagram/@beverleymitchell

    According to the video, Mitchell joked that Gallagher tried to persuade her to drive the rest of the way with him.

    “We didn’t quite make it. We made it to Washington, [D.C.],” Mitchell told her fans in the video“We are needing to go to Connecticut and we had two options: to spend the night and get on an early flight or…”

    “Roadtrip,” Gallagher quipped. “I tried. I tried to get her to do a road trip, everybody.”

    “It’s a seven-and-a-half-hour drive. I don’t think he’s ready for the backseat driver in me,” retorted Mitchell laughing. “But eventually, hopefully, we’ll make it at some point to Connecticut.

    “We have five hours before our early flight. So, stay tuned for the adventures of Bev and David! ‘Cause it’s quite, quite an adventure so far, guys.”

    According to the video, Mitchell joked that Gallagher tried to persuade her to drive the rest of the way with him. Instagram/@beverleymitchell

    In a separate Instagram post from Mitchel, the full cast can be seen hanging around and looking excited as they come together after being apart for so long.

    “Beyond grateful for these crazy humans that I call family!” Mitchell wrote in the caption. “To say that this was needed was an understatement. My heart is full, and I have been so blessed to love and laugh with them,” the caption read.

    “We even FaceTimed @jessicabiel There is a whole lotta love in this group,” the caption continued.





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    Infedeli, la storia di Stefano: “Per anni mia moglie mi ha accusato di tradirla: era ossessionata. Fino a quando io l’ho fatto davvero, con una più giovane” https://planetcirculate.com/infedeli-la-storia-di-stefano-per-anni-mia-moglie-mi-ha-accusato-di-tradirla-era-ossessionata-fino-a-quando-io-lho-fatto-davvero-con-una-piu-giovane/ https://planetcirculate.com/infedeli-la-storia-di-stefano-per-anni-mia-moglie-mi-ha-accusato-di-tradirla-era-ossessionata-fino-a-quando-io-lho-fatto-davvero-con-una-piu-giovane/#respond Sun, 17 Mar 2024 11:22:38 +0000 https://planetcirculate.com/infedeli-la-storia-di-stefano-per-anni-mia-moglie-mi-ha-accusato-di-tradirla-era-ossessionata-fino-a-quando-io-lho-fatto-davvero-con-una-piu-giovane/

    “Per lungo tempo Jenny, mia moglie, mi ha accusato di essere infedele. Non le avevo mai dato motivo per pensarlo, ma lei vedeva in ogni donna una possibile antagonista. Per questo mi controllava tutto, dal cellulare al conto in banca, senza tregua. Ho vissuto messo sotto processo per mesi. Poi è successo veramente, ma lei […]

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    “Per lungo tempo Jenny, mia moglie, mi ha accusato di essere infedele. Non le avevo mai dato motivo per pensarlo, ma lei vedeva in ogni donna una possibile antagonista. Per questo mi controllava tutto, dal cellulare al conto in banca, senza tregua. Ho vissuto messo sotto processo per mesi. Poi è successo veramente, ma lei questo non lo saprà mai”.

    La storia che abbiamo scelto di presentarvi questa settimana è particolare. Stefano ha tradito la moglie perché pensa – non lo scrive, ma dal racconto si deduce – di essere stato “quasi spinto a farlo”. Nel momento in cui ci scrive per raccontare tutto, spiega anche che “questa parentesi extraconiugale ora si è chiusa” e che vuole solo “andare avanti”.

    Stefano L. inizia il suo racconto: “Lavoro come parrucchiere e ho conosciuto Jenny nel 2012, on-line: io abitavo in un paese vicino a Firenze, lei viveva a Miami. Per me è stata immediata attrazione: bella, simpatica, gentile, avevamo tante cose in comune anche sul fronte lavorativo: anche lei lavorava nel campo della bellezza, come make-up artist. Per un anno, oltre a scriverci tutti i giorni, ho fatto su e giù dagli aerei: non appena riuscivo mi prendevo tre giorni e spendevo quel che avevo per andare a Miami da lei. Alla fine però è lei a decidere di trasferirsi, attratta dall’Italia: fa le valige e arriva da me, andiamo a convivere. Il passaggio vieve vissuto però fin da subito in modo difficile, perché Jenny fatica ad adattarsi e a integrarsi in una realtà così diversa dalla sua. Sono innamorato di lei, voglio farle capire che posso darle la sicurezza che le serve, così le chiedo di sposarmi e di comprare casa assieme. Jenny non è sicura, ma alla fine accetta”. L’indecisione della donna è un elemento su cui riflettere.
    Stefano continua il racconto: “Ci manca solo un figlio, io aspetto con ansia che lei lo desideri come lo desidero io. Non siamo sereni, in realtà, litighiamo spesso perché lei non è contenta, ma quando arriva la pandemia incredibilmente la convivenza forzata migliora il nostro rapporto, ci fa ritrovare. Poco dopo veniamo a sapere che aspettiamo un bambino e finalmente nasce il nostro bellissimo Matteo”.

    “Prima di andare avanti devo fare una premessa”, dice Stefano. “Prima che nascesse nostro figlio, Jenny ed io stavamo assieme praticamente tutta la giornata. Le avevo infatti chiesto di lavorare nel mio negozio, per darmi una mano e soprattutto per riprendere il suo lavoro. Avevo creato una postazione per il trucco e per fare le mani, visto che è bravissima con la nail art. All’inizio sembrava contenta di avere uno spazio suo, ma presto sono subentrati malumori perché non andava d’accordo con la mia collega storica, Maria. Io cercavo di mediare, ma discutevano spesso e l’atmosfera era sempre tesa. Se prima, insomma, mi sentivo inarrestabile e pieno di sogni, quando finalmente nasce mio figlio mi sorprendo a essere un uomo sovrappeso, abituato ad alzare il gomito e abbastanza pessimista. Lei, di contro, si chiude in sé. Da neo mamma decide di non venire più venire in negozio, per dedicarsi al bambino. Concordo. La sua postazione resta libera, finché una cliente che fa l’estetista mi chiede di poterla affittare. Ne parlo con Jenny e lei risponde: “Non mi interessa nulla della postazione, dalla a chi vuoi”. Così offro il lavoro a Federica, una ragazza che ha 20 anni meno di me; giovane, bella, solare, porta una ventata di aria fresca nel salone. Va d’accordo con Maria e tra di noi si crea subito un bel feeling professionale. Torno a innamorarmi del mio lavoro e anche di me stesso, perché inizio a fare sport. Lavorare e fare attività fisica mi fa sentire molto meglio”.

    L’inizio dei sospetti. “Mia moglie si insospettisce. Inizia ad accusarmi di tradirla. È certa che io non voglia stare a casa con lei, mi dice una cosa bruttissima: mi hai ‘incatenata mettendomi incinta’. Inizia un periodo difficile, con Jenny, convinta poi che la storia della postazione sia stata una scusa per attirare nel negozio una bella ragazza. Cerco di farle conoscere Federica, organizzado cene e incontri in negozio, ma faccio fiasco. Lei non si fida, io non so più cosa fare, a casa siamo in trincea. Alla fine, mi metto nelle sue mani: “Jenny, se vuoi straccio il contratto di affitto per la postazione. Anzi, se vuoi andiamo andare a vivere in America, io te e Matteo’, le dico. Niente da fare, non si fida. Controlla con ossessione ogni mia mossa: calcola i tempi del tragitto da casa al lavoro, controlla i soldi guadagnati, guarda i miei social e i messaggi sul cellulare. Io non ho nulla da nascondere quindi la lascio fare, ma di fatto divento uno zerbino”.

    Jenny però non ha tutti i torti: Stefano le ha tenuto nascosto un segreto. “L’unica colpa che sento di avere, in quel periodo, è di fumare nonostante le abbia detto di aver smesso. Ne ho bisogno. Le sigarette sono di solito due e le fumo nelle pause dal lavoro, mentre parlo con questa giovane collega. È in difficoltà con il suo compagno, mi dice un giorno. Ci consoliamo a vicenda. Il salone diventa la mia oasi felice: faccio il lavoro che amo e ho trovato una persona che mi ascolta senza giudicare. A casa, trovo ad attendermi una moglie che mi controlla anche le tasche. Oscillo tra pesantezza e leggerezza.
    Federica ha due decenni meno di me, ma un giorno mi confessa di aver pensato da subito che ‘fossi un bell’uomo’. Convinto di essere vecchio, grasso e incupito, lo prendo come un incoraggiamento a rimettermi in sesto. Vado dal barbiere, smetto di bere e impegno il temo in corsi d’aggiornamento per migliorare le mie competenze professionali. Invece di sostenermi, mia moglie mi dà ancora più addosso, accusandomi di ‘essere cambiato’ e di tradirla. Più lei fa pressing, più cresce la mia voglia di fumare quelle sigarette con Federica. Un giorno le confesso di essere arrivato al limite, ci abbracciamo e restiamo così per non so quanto tempo. Passa un anno prima di scambiarci un bacio e per un po’ non ci serve altro: abbracci, baci, sono tenerezze che mi fanno sentire coccolato, accettato e desiderato”.

    Il tradimento. “Dopo qualche mese, la passione cresce e iniziano gli incontri clandestini. È una cosa travolgente e alla fine ci innamoriamo per davvero. Mia moglie continua come sempre ad aggredirmi appena varco la soglia di casa, stavolta a ragione. La relazione dura un anno e mezzo e all’arrivo dell’estate vedo Federica cambiare, intristirsi. Così decido di parlare di lei a mia moglie per chiedere il divorzio. Non è facile andare avanti e per Federica è lo stesso. Mi dice di non voler fare l’amante, ha deciso di chiudere tutto, incluso con il lavoro. Che botta. È difficile da accettare, mi sento messo da parte mi sento vecchio. Mia moglie mi odia – e finalmente le ho dato ogni ragione per farlo – e io ho reso infelice anche la persona della quale mi sono innamorato. Federica è tornata dal suo uomo, ma io non posso stare lontano da lei, così raccolgo briciole del suo tempo. Quando inizia a diradare i messaggi, a non rispondere più, divento insistente e maleducato. Litighiamo, le chiedo scusa, ritorniamo amici, poi torna a ignorarmi e ci allontaniamo. Sono mesi di inferno, cerco di far funzionare il matrimonio ma con Jenny ormai qualcosa si è rotto.
    Intanto decido di andare in terapia, ma a salvarmi è mio figlio di tre anni, che mi prende per mano e mi porta a pensare come sarà lui, da grande. Lo immagino nella mia situazione e mi fa paura. La psicologa mi dice: ‘Cosa faresti se a soffrire così fosse tuo figlio?’, ‘Lo abbraccerei’, le rispondo. Così ho iniziato a cercare me stesso, dedicandomi a lunghe passeggiate nella natura. E ho cercato di amarmi, di consolarmi e di rassicurarmi. Ha funzionato. Mio figlio è come un trigger: mi fa guardare dentro di me, trovo quella parte che soffre e la consolo, la abbraccio e piango. Mi sono accorto di aver sempre desideravo solo di essere amato, ma questo amore andava e veniva, non sentivo di meritarlo mai appieno. Ora sto meglio, ho ripreso il controllo su di me. Ho tagliato i ponti con Federica e ho parlato apertamente a mia moglie senza però riuscire a dirle mai che l’ho tradita davvero.
    Mi sono preso troppe accuse, sebbene non avessi fatto niente, figuriamoci se ora voglio confessarle che l’infedeltà alla fine c’è stata davvero. Non ne ho voglia e non ne ho il coraggio. Voglio provare a risolvere i nostri dissidi e a essere veramente felici. Spero che la vostra psicologa possa darmi un aiuto per capire come riuscire a farlo”.

    Il parere della psicologa

    Abbiamo sottoposto la storia del nostro lettore alla Dott.ssa Nicoletta Suppa psicologa, psicoterapeuta e sessuologa, perché potesse commentarla e aiutare Stefano – oltre a tutti noi – nel capire come affrontare una situazione di questo tipo.
    “Per questa storia dobbiamo partire dalla fine. Stefano ha deciso di utilizzare l’esperienza del tradimento come uno stimolo per lavorare su di sé, prima ancora che sulla relazione. È un buon passo, che ci porta a pensare quanto gli esiti di una relazione spesso siano conseguenze di un più generale approccio alla vita. Sin da bambino, e poi da adolescente, Stefano ha creduto di doversi meritare di essere amato, probabilmente non sentendosi mai pienamente all’altezza dell’amore degli altri. Questo può averlo gradualmente portato a mettere da parte se stesso, pur di meritarsi l’amore altrui. Da adulto finisce per essere, come lui stesso dice, lo zerbino di sua moglie Jenny, che a sua volta diventa sempre più controllante e rancorosa. In questa relazione entrambi iniziano a star male. Stefano perché sente di dover dimostrare a lei sempre qualcosa in più, in linea con la sua modalità, e Jenny probabilmente comincia a fargli scontare una scelta di vita, quella del trasferimento da Miami, che evidentemente non aveva mai completamente accettato. Questa relazione finisce per diventare una gabbia per entrambi. Reagiscono con modalità diverse, ma compatibili: lei lo accusa, lo controlla e perde fiducia, mentre lui si allontana, buttandosi sul lavoro e poi in un’altra relazione. Più la moglie gli sta addosso, più Stefano sfugge. Si tratta di un meccanismo disfunzionale che si autoalimenta: i due partner si rafforzano reciprocamente in questa dinamica. Lui tradisce, come se volesse scappare, ma anche ribellarsi ad un controllo. Nell’infedeltà c’è la ricerca di comprensione e tenerezza, aspetti che mancavano nel matrimonio, dei quali forse Stefano non era abbastanza consapevole e dei quali non è riuscito a parlare con la moglie, troppo impegnato a difendersi. Non a caso, quando Federica l’altra donna ha smesso di essere comprensiva, la relazione è finita anche con lei.
    Ora Stefano ha intrapreso una strada di maggiore consapevolezza di sé, che lo aiuterà a focalizzare i suoi bisogni. Vorrebbe recuperare la relazione con Jenny, ma questo presuppone una trasformazione delle loro dinamiche, per cui sarebbe importante che anche lei si facesse un suo percorso. Per essere nuovamente felici, Stefano e Jenny dovranno utilizzare insieme questa esperienza del tradimento e farla diventare un’esperienza trasformativa per entrambi”.

    Le altre storie di Infedeli

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    Infedeli, la storia di Riccardo: “Ho vissuto un weekend d’amore con un uomo. La mia compagna mi ha scoperto e non voglio perderla. Ora siamo in terapia: ma sono davvero colpevole?”



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    Infedeli, la storia di Serena: “Il mio compagno è un vampiro emotivo. Gli ho dato amore, fiducia e soldi. Poi, il suo tradimento mi ha aperto gli occhi”



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    Infedeli. La storia di Giuliana P.: “Il mio compagno, psicologo, è un manipolatore narcisista e mi ha tradito con una paziente”





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    Nelle over60 con 3600 passi al giorno si riduce di un quarto il rischio di insufficienza cardiaca https://planetcirculate.com/nelle-over60-con-3600-passi-al-giorno-si-riduce-di-un-quarto-il-rischio-di-insufficienza-cardiaca/ https://planetcirculate.com/nelle-over60-con-3600-passi-al-giorno-si-riduce-di-un-quarto-il-rischio-di-insufficienza-cardiaca/#respond Sat, 16 Mar 2024 09:34:39 +0000 https://planetcirculate.com/nelle-over60-con-3600-passi-al-giorno-si-riduce-di-un-quarto-il-rischio-di-insufficienza-cardiaca/

    Mai cedere alla sindrome da divano, anche nella terza età. Perché essere sedentari peggiora le traiettorie di salute cardiaca. A confermare questa realtà generale, ora arriva uno studio che propone un consiglio espressamente dedicato alle donne over-60. Camminando tutti i giorni (almeno 3600 passi a buona andatura) si riduce di oltre un quarto (siamo intorno […]

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    Mai cedere alla sindrome da divano, anche nella terza età. Perché essere sedentari peggiora le traiettorie di salute cardiaca. A confermare questa realtà generale, ora arriva uno studio che propone un consiglio espressamente dedicato alle donne over-60. Camminando tutti i giorni (almeno 3600 passi a buona andatura) si riduce di oltre un quarto (siamo intorno al 26%) il rischio di sviluppare insufficienza cardiaca, ovviamente in confronto alle signore più “pigre”. Insomma, il monito per la prevenzione è semplice. Poco più di due chilometri al giorno (o comunque qualcosa di simile in termini di esercizio e consumo energetico) possono aiutare a prevenire la sindrome del cuore “stanco”.

    In particolare, stando alla ricerca apparsa su JAMA Cardiology e coordinata da Michael J. LaMonte dell’Università statale di New York, con questa semplice misura preventiva si potrebbe andare ad influire soprattutto sui casi di insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata.

    In questo caso il ventricolo sinistro non riesce a rilassarsi correttamente dopo la contrazione. Nell’altra forma di insufficienza cardiaca, con frazione di eiezione ridotta, il ventricolo sinistro, che è la principale pompa cardiaca, non si contrae a sufficienza quando spinge il sangue verso l’organismo. Stando alle statistiche, mediamente una persona su quattro è destinata a sviluppare insufficienza cardiaca nel corso della sua esistenza.

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    Più ci si muove, meno si rischia

    L’indagine ha preso in esame poco meno di 6000 donne, con un’età media di 79 anni ma in un range variabile tra 63 e 99 anni. Si è misurata misurato l’attività fisica con l’accelerometro, oltre a valutare il tempo passato nella completa sedentarietà e il rischio di insufficienza cardiaca.

    Il monitoraggio è andato avanti per sette anni e mezzo e in questo periodo si sono osservati 407 casi di patologia. Il rischio di sviluppare la condizione cronica del cuore è apparso direttamente correlato al movimento quotidiano. In particolare, si è visto che facendo mediamente almeno 3600 passi al giorno i pericoli di andare incontro alla sindrome del “cuore stanco” sono calati del 26% rispetto alla popolazione più sedentaria.

    Ma non basta. Lo studio conferma l’importanza di un movimento regolare. Infatti, oltre a camminare, si sono considerate anche attività fisiche potenzialmente eseguibili a domicilio. Mediamente, le probabilità di sviluppare insufficienza cardiaca sono risultate inferiori del 12% per ogni 70 minuti al giorno trascorsi in attività di leggera intensità, come la normale cura di sé e i lavori domestici, e del 16%, per ogni 30 minuti trascorsi in attività da moderata a intensa, come camminare a un ritmo normale, salire le scale o eseguire lavori di giardinaggio.

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    L’importante, quindi, è non arrestarsi. Perché non solo non si guadagna, ma si perde in salute cardiovascolare. Ogni ora e mezza di sedentarietà è risultata associata, in media, a un rischio maggiore del 17% di andare incontro alla sindrome del cuore stanco. Per la cronaca, nello studio le donne sono risultate attive in media poco più di 5,5 ore al giorno (340 minuti) e l’85% di questa attività era di intensità leggera, come scaricare la lavastoviglie o asciugare i capelli.

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    Niente sforzi estremi

    “Questo studio fornisce un’ulteriore conferma dell’importanza dell’attività fisica per ridurre il rischio di sviluppare insufficienza cardiaca: infatti, analoghi risultati erano già stati ottenuti valutando altri gruppi di persone, ovvero uomini o comunque soggetti più giovani – spiega Pietro Ameri, docente di Cardiologia all’Università di Genova”.

    Fondamentale, a detta degli esperti, è non sentirsi costretti a sforzi eccessivi perché questa richiesta in certi casi può diventare un alibi per cedere alla sedentarietà. “Non è necessario improvvisarsi maratoneti: è sufficiente abituarsi a prediligere le scale all’ascensore (spesso dobbiamo salire solo di pochi piani!), a fare camminate quotidiane di mezz’ora e a fare attività fisica aerobica anche blanda tre volte alla settimana – cyclette, piscina o bicicletta – conclude l’esperto. Tutto va bene ed il tempo si trova. Se si vuole”.

    D’altro canto, restando alla popolazione femminile, ricordiamo che una ricerca condotta qualche tempo fa da esperti dell’Università Brown ha già dimostrato che passeggiare per 40 minuti o più due o tre volte alla settimana potrebbe ridurre ben del 25% il rischio di insufficienza cardiaca nelle donne dopo la menopausa. Il tutto, a prescindere dal peso corporeo. Il che significa che la camminata può essere un’ottima strategia per contrastare i rischi cardiovascolari anche in donne sovrappeso o francamente obese.

    Così il veleno di un ragno ci aiuterà a limitare i danni dopo un infarto





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    Meghan, Kate e il “Photoshop-gate”: il fotografo dei Sussex risponde con una foto alle accuse di ipocrisia mosse contro di loro https://planetcirculate.com/meghan-kate-e-il-photoshop-gate-il-fotografo-dei-sussex-risponde-con-una-foto-alle-accuse-di-ipocrisia-mosse-contro-di-loro/ https://planetcirculate.com/meghan-kate-e-il-photoshop-gate-il-fotografo-dei-sussex-risponde-con-una-foto-alle-accuse-di-ipocrisia-mosse-contro-di-loro/#respond Thu, 14 Mar 2024 12:22:50 +0000 https://planetcirculate.com/meghan-kate-e-il-photoshop-gate-il-fotografo-dei-sussex-risponde-con-una-foto-alle-accuse-di-ipocrisia-mosse-contro-di-loro/

    La guerra tra i fratelli Windsor e le loro consorti – o meglio, tra chi sostiene una coppia o l’altra – si combatte a colpi di ritocchi fotografici. La questione della foto manipolata da Kate continua a far discutere, perché la richiesta dei commentatori e giornalisti britannici di mostrare la foto originale non è stata […]

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    La guerra tra i fratelli Windsor e le loro consorti – o meglio, tra chi sostiene una coppia o l’altra – si combatte a colpi di ritocchi fotografici. La questione della foto manipolata da Kate continua a far discutere, perché la richiesta dei commentatori e giornalisti britannici di mostrare la foto originale non è stata accolta dal Palazzo. E mentre teorie del complotto sempre più fantasiose continuano a girare in Rete, i duchi di Sussex trovano il modo di rispondere a chi si è mosso in difesa della principessa del Galles e passando alla controffensiva ha accusato Harry e Meghan di ipocrisia.

    La vendetta di Meghan contro Kate. Gli insider rivelano: “Non avrebbe mai fatto l’errore della principessa”



    Parliamo dell’esperta reale Angela Levin, direttrice della rivista Majestic, che dalle colonne del Sun aveva commentato le dichiarazioni rilasciate da una fonte vicina ai duchi di Sussex, convinta che “Meghan non avrebbe mai fatto lo stesso errore di Kate”, postando una foto ritoccata, “perché maniaca del controllo”. In tutta risposta, Levin aveva definito Harry e Meghan “ipocriti” perché anche loro, in passato, avevano rilasciato una foto manipolata; quella scattata dal fotografo londinese Misan Harriman, loro amico, per annunciare la seconda gravidanza di Meghan, nel 2021. Il fotografo stesso aveva ammesso di aver modificato la foto per inseire un albero e creare “uno sfondo speciale”. Ma ora proprio Harriman si fa avanti per affermare il contrario: posta la foto originale in cui si vede Meghan in abito giallo distesa con Harry sul prato all’ombra di un albero di jacaranda.

    “Ecco il Jpeg originale senza modifica in bianco e nero, mi aspetto scuse complete e ritrattazione da @dailymail @telegraph”, scrive il fotografo su Instagram. “Nessun albero o prato è stato spostato o scambiato, questa è l’immagine direttamente dalla fotocamera. Inoltre quello è un albero di jacaranda, non un salice”. In aggiunta, posta una seconda foto in cui mostra i metadati dell’immagine: ovvero informazioni sulla fotocamera utilizzata (un iPad), l’obiettivo, l’apertura e la velocità di otturatore.

    La mossa ha segnato un punto a favore della coppia ormai residente in California e si resta in attesa di capire come la famiglia reale riuscirà a superare un momento davvero difficile della sua Storia.

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    Paul Alexander, è morto a 78 anni l’uomo con il polmone d’acciaio https://planetcirculate.com/paul-alexander-e-morto-a-78-anni-luomo-con-il-polmone-dacciaio/ https://planetcirculate.com/paul-alexander-e-morto-a-78-anni-luomo-con-il-polmone-dacciaio/#respond Wed, 13 Mar 2024 13:41:49 +0000 https://planetcirculate.com/paul-alexander-e-morto-a-78-anni-luomo-con-il-polmone-dacciaio/

    Paul Alexander, l’uomo originario del Texas che ha vissuto per 70 anni rinchiuso in un polmone d’acciaio, è morto all’età di 78 anni a seguito di un’infezione Covid-19. A darne la notizia è un aggiornamento pubblicato ieri sulla sua pagina GoFundMe e firmato dall’attivista per i diritti dei disabili Christopher Ulmer. “Paul Alexander, ‘l’uomo dal […]

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    Paul Alexander, l’uomo originario del Texas che ha vissuto per 70 anni rinchiuso in un polmone d’acciaio, è morto all’età di 78 anni a seguito di un’infezione Covid-19. A darne la notizia è un aggiornamento pubblicato ieri sulla sua pagina GoFundMe e firmato dall’attivista per i diritti dei disabili Christopher Ulmer.

    “Paul Alexander, ‘l’uomo dal polmone di acciaio’ è morto ieri (lunedì 11 marzo per chi legge, ndr)”, annuncia sul sito. “Dopo esser sopravvissuto alla poliomielite da bambino, ha vissuto più di 70 anni all’interno di un polmone di acciaio. In questo periodo Paul è andato al college, è diventato avvocato e scrittore. La sua storia –  continua Ulmer – ha viaggiato in lungo e in largo, influenzando positivamente le persone in tutto il mondo. Paul è stato un modello incredibile che continuerà a essere ricordato”.

    La storia di “Polio Paul”

    Conosciuto in tutto il mondo anche con il nome di “Polio Paul”, l’uomo è rimasto paralizzato quando aveva solo 6 anni, nel 1952, a causa della poliomielite. Successe tutto in estate: lamentava mal di testa e febbre. Era la poliomielite. Dopo qualche giorno in ospedale, il ricovero in ospedale e l’intervento chirurgico per cercare di asportare il muco che il suo organismo non riusciva ad espellere e che aveva ormai riempito i suoi polmoni. Le sue condizioni erano così gravi che i medici furono costretti a metterlo in uno strano congegno meccanico, un tubo d’acciaio dal quale usciva solo la testa. Era il polmone d’acciaio. Paul non sarebbe più uscito da quella strana macchina.

    Che cos’è e a cosa serviva il polmone d’acciaio

    “Il polmone d’acciaio in cui Paul Alexander ha vissuto per lungo tempo è una sorta di grande tubo metallico che, in passato, si utilizzava per permettere ai pazienti di respirare” spiega Vincenzo Montesarchio, direttore Pneumologia e Oncologia all’Ospedale Monaldi di Napoli. “Queste macchine utilizzano il vuoto per spingere l’aria dentro e fuori dai polmoni, sostituendosi in parole povere, ai muscoli che nel caso di Paul – continua – non funzionavano. Questo tipo di ausili respiratori sono stati, nel corso del tempo, sostituiti da ‘ventilatori meccanici’, meno rudimentali, più maneggevoli e più performanti”.

    Polio a Londra: dal vaccino ai sintomi, cosa c’è da sapere sul virus



    La “respirazione della rana”

    Nonostante sia vissuto imprigionato in quella macchina, Paul è riuscito a laurearsi in Giurisprudenza e a praticare addirittura la professione forense. Con il tempo infatti aveva imparato una tecnica chiamata “respirazione della rana”. “Si tratta di una tecnica di respirazione che consente alle persone di inspirare l’aria con la gola invece di usare i polmoni, ma solo per brevi periodi di tempo”, sottolinea Montesarchio. Ma tanto è bastata a Paul per rappresentare i suoi clienti in tribunale indossando un abito a tre pezzi, seduto su una sedia a rotelle che manteneva il suo corpo in posizione eretta. A un certo punto è stato fidanzato con una donna di nome Claire a cui fece anche la proposta di matrimonio. La relazione però finì male perché la madre della donna vietò alla figlia di sposare Paul.

    Nell’aprile 2020, Paul autopubblicò il suo libro di memorie “Three Minutes for a Dog”.Secondo il Guardian, gli ci vollero più di otto anni per scriverlo, usando un bastone di plastica e una penna per battere sulla tastiera, o dettando parole ad un amico che scriveva al posto suo.

    I danni della poliomielite

    Insomma, le sue condizioni non gli hanno impedito di vivere la sua vita ed è per questo che viene considerato un modello a cui ispirarsi. Non solo. Paul continua a rappresentare una testimonianza che ricorda quanto il virus della poliomielite, che colpisce il midollo spinale, possa essere crudele.

    Questo terribile agente patogeno ha causato epidemie annuali dall’inizio del 1900 fino agli anni ’50, provocando la paralisi di decine di migliaia di bambini ogni anno in Europa e negli Stati Uniti. Molti bambini sono stati costretti a essere inseriti in polmoni d’acciaio come Paul.

    Nel 1955 fu inventato un vaccino, una vera e propria “svolta”. “Il vaccino contro la poliomielite ha liberato il mondo da una delle più grandi piaghe che lo affliggeva”, sottolinea Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

    “Negli anni peggiori, solo in Italia, si registravano 8000 casi, per lo più di bambini che o morivano o rimanevano paralizzati per tutta la vita. Il virus – continua – non circola più nel nostro paese, ma dobbiamo continuare a vaccinarci con un vaccino sicuro ed efficace perché non è scomparso come il vaiolo. Gli ultimi casi di polio in Europa si sono verificati (con decine di paralisi) in Olanda nel 1992, in una comunità che rifiuta la vaccinazione per motivi religiosi. Il vaccino contro la poliomielite è incluso nel vaccino esavalente che nel nostro paese è obbligatorio”.

    Perché si continua a vaccinare per difterite e polio, malattie che da noi non ci sono più?



    Paul non ha avuto questa opportunità: il vaccino è arrivato troppo tardi per lui. L’uomo aveva una squadra di assistenti a rotazione che si occupava di lui e usava la bocca per maneggiare una penna quando scriveva o usava il telefono. Nonostante negli anni ’60 iniziarono a essere a disposizione ventilatori più moderni, Paul decise comunque di continuare a utilizzare il suo vecchio polmone d’acciaio perché era quello a cui era abituato. Altri dispositivi invece possono aver bisogno di una tracheotomia, che richiede un “buco” nella gola, ma Paul non ha mai voluto saperne dopo averne dovuto sopportare uno inizialmente.

    Poliomielite, il virus torna a far paura



    Molti sostenitori hanno continuato a fare donazioni alla pagina GoFundMe di Paul per contribuire al suo funerale. Suo fratello Philip ha detto: “Sono così grato a tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta fondi di mio fratello. Gli ha permesso di vivere i suoi ultimi anni senza stress. Gli permetterà anche di pagare il suo funerale in questo momento difficile. È assolutamente incredibile leggere tutti i commenti e sapere che così tante persone sono state ispirate da Paul”.



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    “Fatemi stare con mio figlio, sta morendo”: hospice aperto poche ore al giorno, il disperato appello di una madre alla Asl https://planetcirculate.com/fatemi-stare-con-mio-figlio-sta-morendo-hospice-aperto-poche-ore-al-giorno-il-disperato-appello-di-una-madre-alla-asl/ https://planetcirculate.com/fatemi-stare-con-mio-figlio-sta-morendo-hospice-aperto-poche-ore-al-giorno-il-disperato-appello-di-una-madre-alla-asl/#respond Tue, 12 Mar 2024 20:19:54 +0000 https://planetcirculate.com/fatemi-stare-con-mio-figlio-sta-morendo-hospice-aperto-poche-ore-al-giorno-il-disperato-appello-di-una-madre-alla-asl/

    “Fatemi stare vicino a mio figlio che sta morendo, fatelo andare via con dignità”. L’appello alla Asl, è disperato. A lanciarlo è Antonietta, 71 anni: al suo fianco i figli Enrico, Anna e Paola. Sono i familiari di Francesco Scala, 41 anni, un tumore in fase terminale. Francesco sta morendo, e lo sa. Da tre […]

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    “Fatemi stare vicino a mio figlio che sta morendo, fatelo andare via con dignità”. L’appello alla Asl, è disperato. A lanciarlo è Antonietta, 71 anni: al suo fianco i figli Enrico, Anna e Paola. Sono i familiari di Francesco Scala, 41 anni, un tumore in fase terminale. Francesco sta morendo, e lo sa. Da tre giorni è ospitato presso l’hospice della Asl “La casa delle farfalle” all’Isola del Liri, vicino Frosinone, casa di cura palliative e terapia antidolore: Francesco è stato trasferito all’Isola Liri proprio per stare vicino alla famiglia e trascorrere i suoi ultimi giorni con dignità, vicino ai suoi cari. Ma così non è: i fratelli e la mamma possono vederlo solo negli orari di visita, dalle 9 alle 10 e dalle 12 alle 13 nelle ore mattutine e dalle 15 alle 16 e dalle 18 alle 19 nel pomeriggio.

    Da giorni Antonietta rimane fuori nel parcheggio della struttura: chiede di poter passare la notte con il figlio morente e di poter essere accompagnata e sostenuta da almeno uno dei suoi figli: Antonietta del resto è debilitata perchè assiste Francesco da quando due mesi fa è stato colpito da un tumore fulminante. Passare la notte da sola nell’hospice con il figlio che potrebbe morire da un momento all’altro sarebbe una prova troppo forte per lei, per questo Antonietta chiede la presenza di un altro figlio. Il marito è morto 11 anni fa, da allora la donna viveva con Francesco che non si è mai spostato: madre e figlio erano diventati inseparabili. Francesco sa che non gli rimane molto da vivere, è lucido e anche lui ha chiesto al direttore dell’hospice di non rimanere solo.

    I medici sarebbero disponibili a far dormire solo la madre, ma senza altri figli: gli accessi sono stati ridotti perché nei mesi scorsi alcun familiari di altri pazienti hanno aggredito alcune persone dello staff sanitario della struttura. Il direttore dell’Asl di Frosinone vedrà la famiglia per trovare una soluzione che venga incontro alle esigenze di Francesco e rispettare anche la privacy degli altri pazienti. “Abbiamo portato Francesco dal Gemelli a questa struttura nella speranza di potergli stare vicini fino all’ultimo momento ma ci stanno impedendo di farlo per alcune regole che non sono umane, chiediamo di poter stare vicino a lui il più tempo possibile”, spiega la sorella Paola.

    “Nostro fratello ha voluto sapere tutto ma ora è fragile e ha paura, ci chiede la mano. Se deve andare via deve morire con dignità”. Al fianco c’è la sorella Anna, seduta sule scale della struttura, fuori dalla stanza del fratello con la porta chiusa. “Sono a 5 metri da lui ma non lo posso vedere perché non mi fanno entrare e nessuno ha pietà di noi”, spiega in lacrime. “Lo spazio per dormire ci sta, non capisco perché non ce lo fanno vedere”.



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